1.5. - Meccanismi di controllo dell'ampiezza
Vi sono essenzialmente tre metodi, o combinazioni di questi, per soddisfare l'ampiezza dell'oscillazione, una volta innescata.
Si introduce nella rete un elemento passivo non lineare tale da influenzare il valore di A senza alterare la frequenza di oscillazione. Questo elemento passivo non lineare può essere controllato in temperatura o in tensione. Ad esempio, un termistore, cioè un elemento sensibile alla temperatura (un NTC o un PTC), oppure un JFET funzionante nell'intorno dell'origine delle caratteristiche d'uscita, in cui si comporta come un VCR (cioè come una resistenza controllata dalla tensione applicata tra gate e source).
Un altro metodo che produce una piccola distorsione, consiste nel generare un segnale di retroazione dipendente dall'ampiezza del segnale d'uscita. Questo segnale produrrà una diminuzione del guadagno A all'aumentare dell'ampiezza del segnale d'uscita.
Questo metodo è il più comune e sfrutta la non linearità del dispositivo attivo di amplificazione per provvedere ad una limitazione dell'ampiezza del segnale d'uscita. Per ottenere ciò, con distorsione trascurabile, si deve rendere
poco maggiore dell'unità. Al crescere dell'ampiezza del segnale d'uscita, vengono interessate le zone non lineari delle caratteristiche che produrranno una diminuzione del guadagno. Se
è poco maggiore dell'unità si otterrà la stabilizzazione dell'oscillazione con un minimo di distorsione. Se, invece, ciò che interessa è la potenza d'uscita, si rende
maggiore dell'unità ottenendo in uscita un segnale fortemente distorto, cioè con un alto contenuto di armoniche. Bisogna allora utilizzare, in uscita, un filtro passa-banda che faccia passare la sola frequenza fondamentale fo, ed elimini le altre armoniche.