1.2. - Accoppiamento fra stadi, sorgente e carico

Data la difficoltà di integrare capacità di valore superiore a qualche decina di pF, nei circuiti integrati l'accoppiamento fra sorgente, vari stadi, carico viene effettuata direttamente, ovvero in continua. Ciò rende i punti di riposo dei vari elementi attivi interdipendenti; la deriva dei primi stadi influenzerà il punto di riposo degli stadi successivi determinandone, al limite, la fuoriuscita dalla zona di lavoro prevista.

L'accoppiamento diretto ( o in D.C.) va comunque utilizzato se si vogliono amplificare segnali di frequenza molto bassa, ossia lentamente variabili. Si parla in questo caso di amplificatori per corrente continua.

Bisogna, dunque, realizzare amplificatori a più stadi con accoppiamento diretto senza che la deriva ne pregiudichi il funzionamento, problema che viene risolto con l'impiego di strutture circuitali simmetriche (amplificatore differenziale). Affinché il carico non influenzi il punto di riposo degli elementi attivi, l'amplificatore dovrà avere l'uscita a potenziale continuo nullo. Ciò comporta, volendo avere una dinamica simmetrica in uscita la necessità di una doppia alimentazione (generalmente simmetrica).

Affinché la sorgente del segnale non modifichi la polarizzazione degli elementi attivi, l'amplificatore andrà progettato in modo che le condizioni di lavoro volute siano ottenute con ingresso a massa e con corrente di polarizzazione di ingresso più piccola possibile.

Se queste condizioni sono soddisfatte, il carico non assorbe corrente continua e la resistenza interna della sorgente non da caduta di tensione apprezzabile. Ne consegue che sorgente e carico, pur essendo collegate direttamente all'amplificatore, non influenzano i punti di riposo dei dispositivi attivi.

Un caso particolarmente importante di amplificatore ad accoppiamento diretto è l'amplificatore differenziale, che costituisce lo stadio di ingresso degli amplificatori integrati attualmente in commercio.

 

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